Alla fine del Medioevo e nella prima età moderna l’economia di Lucca si fondava in misura preponderante sulla produzione e il commercio dei drappi di seta, attività per le quali la città è stata a lungo uno dei centri più importanti dell’occidente europeo. In quel periodo l’economia lucchese si aprì ai traffici mercantili e finanziari, contribuendo ad alimentare il bagaglio di conoscenze imprenditoriali e commerciali cui i lucchesi attingono ancora oggi.
Intorno al capoluogo, la fascia prevalentemente pianeggiante che si allargava a formare le cosiddette Sei Miglia figurava tra le aree più fertili e più intensamente coltivate della Toscana, con larghi campi a cereali orlati di filari di viti e inframmezzati talvolta di gelsi, olivi e alberi da frutto. Anche le zone collinari e, soprattutto, le basse pendici delle Pizzorne vedevano l’alternarsi di viti e olivi, alle quali cominciavano a unirsi i castagni, che divenivano più fitti e largamente dominanti ove il rilievo si faceva più marcato: così in Garfagnana, dove le difficili condizioni ambientali limitavano le colture cerealicole, erano proprio i castagneti - con il bestiame ovino e suino - a costituire la risorsa fondamentale delle popolazioni locali. L’economia silvo-pastorale alimentava anche modeste manifatture artigiane e, nei centri maggiori della Media e Alta Valle del Serchio, era praticata la lavorazione dei metalli.
La rivoluzione industriale di fine Ottocento portò a una vera e propria trasformazione del tessuto economico e del paesaggio, con l’impianto dell’industria dei filati di cotone a Lucca, Bagni di Lucca, Massarosa, Gallicano (cucirini per uso domestico, industriale e di maglieria), e con la creazione della manifattura tabacchi a Lucca, ma anche grazie all’insediamento di numerose industrie cresciute malgrado le difficoltà e gli adattamenti imposti dalle due guerre mondiali.
Nel secondo dopoguerra riprese lo sviluppo industriale, soprattutto nei settori maggiormente legati ai mercati esteri, con la nascita di veri e propri distretti produttivi: il lapideo, il cartario, la cantieristica nautica, le officine metallurgiche e meccaniche, il calzaturiero, ma anche l’industria molitoria e agroalimentare, la trasformazione del tabacco, il tessile e l’abbigliamento. Un incremento notevole si ebbe anche nei servizi, soprattutto negli anni Sessanta, per lo sviluppo del turismo balneare presente nell’area costiera.
Oggi il sistema economico lucchese presenta un’industria caratterizzata da quattro settori trainanti (cartario, calzaturiero, nautica e lapideo) particolarmente orientati ai mercati esteri, cui si affiancano un settore commerciale tradizionalmente forte e un settore turistico favorito dalla presenza di una offerta ricca e variegata sotto l’aspetto ambientale (Garfagnana e Media Valle), culturale (Piana di Lucca) e del divertimento (Versilia).