A una prima significativa fase di industrializzazione seguì una progressiva crescita, nonostante le difficoltà e gli adattamenti imposti dalle due guerre mondiali. Nei primi anni Cinquanta, l’economia lucchese si dimostrò in grado di cogliere le nuove potenzialità portate dalla liberalizzazione dei mercati. Sorsero, in quegli anni, importanti traffici commerciali che rispondevano alle richieste di prodotti lucchesi provenienti dall’estero e confermavano la tradizionale abilità mercantile lucchese.
Il settore secondario negli anni Cinquanta era il principale produttore di reddito e la categoria manifatturiera aveva aumentato il numero di unità produttive nei settori di punta della provincia quali il tessile, il lapideo, il cartario, l’industria molitoria, la trasformazione del tabacco (Manifattura Tabacchi di Lucca), l’industria agroalimentare, la cantieristica nautica di Viareggio, le officine metallurgiche e meccaniche, l’edilizia, l’abbigliamento e il calzaturiero. Per quanto riguarda il settore terziario, un incremento notevole si ebbe negli anni Sessanta, soprattutto per il turismo presente nell’area costiera.
Oggi il sistema economico lucchese vede operare un comparto manifatturiero caratterizzato dalla presenza di quattro filiere produttive (cartario, calzaturiero, nautica e lapideo) che si articolano in distretti o Sistemi locali di Impresa.
Vede anche presente un settore commerciale tradizionalmente forte e un settore turismo favorito dalla presenza di una offerta ricca e variegata sia sotto l’aspetto ambientale che culturale.
Il settore primario, l’agricoltura, pur piuttosto debole nei numeri, manifesta una forte vocazione per la qualità e la tipicità dei prodotti.