Dal castagno, una risorsa per il territorio
Per molto tempo, il settore chimico lucchese è stato rappresentato principalmente dall’estrazione del tannino dal legno di castagno, un’attività che si è insediata all’inizio del secolo scorso a Bagni di Lucca, alla confluenza del torrente Lima nelle acque del Serchio. Il tannino veniva utilizzato nel settore della concia delle pelli, ma le proprietà di questo acido erano utili anche in campo enologico, per la distillazione delle vinacce e farmaceutico. Era il 1903, quando l’imprenditore francese Jean Varraud decise di impiantare a Fornoli, un’azienda per l’estrazione del tannino. Non fu una scelta casuale in quanto il luogo era strategicamente importante per la facilità di rifornimento di materia prima, il legno di castagno, presente in grandi quantità sui pendii collinari e montuosi della zona. Grazie a questa sua centralità, l’azienda poteva anche sfruttare l’abbondanza di acqua del fiume per le varie fasi di lavorazione del processo produttivo, oltreché per ricavarne energia idroelettrica a buon mercato. Per rimediare alla mancanza di mezzi di trasporto adeguati e alle difficoltà legate alla viabilità, che si inerpicava sui pendii dei monti, Jean Varraud, per rifornirsi continuamente e velocemente di legname, fece realizzare diverse teleferiche, rimaste poi attive fino agli anni sessanta e i cui grossi cavi d’acciaio diventarono parte integrante del paesaggio. E mentre sempre in zona e a Castelnuovo si aprirono altre fabbriche per l’estrazione del tannino, nello stabilimento Varraud, alla fine degli anni cinquanta, assieme alla lavorazione del tannino, venne avviata la produzione di carta semichimica per ondulatori, che permise all’azienda di trovare nuovi sbocchi di mercato e di svilupparsi ulteriormente.
Ma la zona della Media Valle ebbe anche un buon sviluppo sempre nel settore chimico, per la fabbricazione di saponi e detersivi, grazie al cloruro di calcio utile per il candeggio dei cotoni e quindi al servizio del settore tessile, allora molto sviluppato. Si calcola, così, che negli anni cinquanta, il settore chimico e farmaceutico fosse rappresentato da dodici aziende che davano lavoro ad oltre 400 dipendenti e che si occupavano anche di materie coloranti, esplodenti e della raffinazione di oli alimentari.
Significativo fu anche il dato relativo alle aziende di “materiale esplodente” che, complice la costante esigenza della Repubblica lucchese di disporre di buone scorte di polveri da fuoco oltreché di una fornitura continua in caso di bisogno, favorì con esenzioni ed altri vantaggi, l’impianto di attività similari nella Media Valle. E quando non ci fu più bisogno di proteggersi dal nemico, con l’avvento dell’unità d’Italia, il settore rimase importante al servizio dell’escavazione del marmo che necessitava di polveri piriche, da caccia e da mina, oltreché di miccia da minatori da usarsi nelle cave. Una tradizione che le cronache fanno iniziare già dal 1383 da un certo Giovanni Zappetta di Gallicano che produceva le “famose” bombarde per la Repubblica.
Più recente, invece, è stata l’affermazione del settore farmaceutico, anche se ha avuto illustri antenati con ricercatori divenuti famosi in tutto il mondo come Antonio Vallisneri, il medico ricercatore di Trassilico, o lo stesso Ugo de’ Borgognoni, il medico-chirurgo. A raccoglierne il testimone sono, oggi, importanti aziende farmaceutiche locali che, cresciute negli anni cinquanta-sessanta soprattutto nel comprensorio di Barga, hanno raggiunto una leadership a livello mondiale, nella produzione di emo-derivati.