Il turismo una grande risorsa del territorio
Sin dall’antichità, Lucca è stata considerata un centro nevralgico delle comunicazioni e grazie a questo ruolo ha potuto sviluppare tra gli altri, un importante servizio di ospitalità e assistenza ai “forestieri”. Il primo a decretarne questo ruolo fu l’imperatore Giulio Cesare che scelse la città, già elevata a “municipio romano”, come sede del famoso Triumvirato nel 56 AC con cui si decretò le sorti dell’impero. Per l’occasione, la città ospitò tutta la corte dei tre grandi di Roma: Cesare, Pompeo e Crasso con tutto il parlamento romano che dovette essere ospitato in città mentre il grande esercito fu fatto accampare nelle piazze tra cui quella di S. Michele in Fòro. Da allora si cominciò a dire che se “tutte le strade portavano a Roma” queste passavano comunque anche da Lucca, così fu per la via Romea, poi via Francigena e ancora per la via Clodia e la via Vandelli in alta Garfagnana. Fu soprattutto la presenza del Volto Santo a far diventare Lucca tappa indispensabile del percorso di espiazione dei pellegrini diretti a Roma, portando ai piedi della sacra immagine decine di migliaia di persone ogni anno, provenienti da ogni parte d’Europa che, quindi, avevano bisogno di riposare e ristorarsi. Nacquero, così, in città come in periferia, lungo le strade più transitate, in prossimità di passi appenninici, di chiese o conventi importanti, dei centri di ospitalità o “Hospitali”, nella maggior parte dei casi gestiti da religiosi, a cui era delegata la funzione di accoglienza. Tra questi acquisì una notevole fama il Centro Hospitaliero dei Cavalieri del Tau di Altopascio ma molto frequentati furono anche quelli di S. Pellegrino in Alpe, sul confine con Modena e di Tea al confine con la Lunigiana. In questi “Hospitali” si poteva trovare sempre un giaciglio dove riposare e un piatto di minestra per riempire lo stomaco, sfuggendo al buio della notte o al freddo dei rigidi inverni, prima di riprendere il cammino rigorosamente a piedi, il tutto per un’offerta o anche solo per una preghiera. Per entrare in città, invece, i forestieri dovevano superare i rigidi controlli delle guardie poste all’unica porta da loro accessibile, la Porta S. Pietro dove avrebbero dovuto lasciare le armi possedute per avere un lasciapassare da mostrare al locandiere scelto, per ottenere un letto dove dormire. Questo gran movimento di persone consentì la proliferazione di locande e taverne, soprattutto in città. Già nel settecento, molto rinomate erano le osterie della Luna, del Moro e del Biancone mentre tra le locande le più conosciute erano quelle del Sole, della Cervia, della Campana e della Corona, nomi che oggi ritroviamo per indicare una particolare zona della città. Numerose, invece, erano le taverne dove si vendeva e si beveva il vino. All’inizio dell’Ottocento, in città erano presenti tre locande e ventisei osterie mentre cinquant’anni dopo troviamo anche gli alberghi: Croce di Malta (nell’attuale via Vittorio Emanuele II), Corona, Europa (oggi cinema Centrale), Pellicano (all’angolo tra via S. Giorgio e via Fillungo), S. Quirico all’Ulivo, Universo, Pantera e Luna.
Sul territorio, intanto, già particolarmente sviluppata era la zona di Bagni di Lucca, la prima località turistica del territorio che, già dopo il mille, quando ancora si chiamava Corsena, era divenuta conosciutissima in Europa per le proprietà terapeutiche delle acque calde delle sue terme. Una popolarità che portò qua principi, re e la ricca nobiltà di mezza Europa, favorendo lo sviluppo di strutture ricettive e la realizzazione di alberghi.
Lo sviluppo del turismo sulla costa, invece, risale a tempi più moderni e prende spunto dal primo decreto del 1823 con cui la duchessa di Lucca, Maria Luisa stabilì la suddivisione della spiaggia tra uomini e donne, iniziando ad occuparsi della zona e portandola verso un primo sviluppo. Viareggio, nel 1833, contava appena 5.114 abitanti, oggi supera i 40.000. Fu, invece, degli anni sessanta, il boom turistico che determinò un grande impulso allo sviluppo di strutture ricettive su tutta la costa, tra Viareggio e Forte dei Marmi, grazie alla presenza estiva di grandi famiglie aristocratiche italiane, industriali e ricchi borghesi che fecero della spiaggia versiliese, la capitale balneare italiana, spingendola ad attrezzarsi con un numero crescente di alberghi. Fu così che, d’estate, tutte le località di mare della provincia, grazie alle tantissime presenze turistiche, arrivarono a raddoppiare il numero dei residenti, con un grande impulso per tutto l’indotto, a partire dall’ospitalità e dalla ristorazione.
Sono cambiati i tempi ed oggi per i visitatori c’è un’ampia offerta di punti di ristorazione e di alberghi, grazie al sensibile aumento del turismo sia di massa che d’élite. Dal mare alla montagna, fino alla vacanza culturale e quella tutta relax, negli agriturismi, il territorio provinciale lucchese vanta oggi una grande tradizione nel campo della ricettività e anche nella riscoperta di luoghi tipici della vera cucina lucchese.